Descrizione
Giosetta Fioroni “Doppio liberty (light purple)” serigrafia su carta cm. 70×100, realizzata in occasione del cinquantesimo anniversario di Spirale Milano Editore. Si rilascia certificato di garanzia della nostra galleria ai sensi di Legge del 20.11.1971 n.1062 art. 2
Giosetta Fioroni “Doppio liberty (light purple)” serigrafia su carta polimaterica e carborundum a 12 colori, realizzata in 99 esemplari. La foto può non corrispondere al numero di esemplare inviato.
Giosetta Fioroni è nata a Roma nel 1932.
Studia all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove fu allieva di Toti Scialoja.
Espone alla VII Quadriennale di Roma del 1955. Nel 1956 lavora come costumista per la nascente televisione italiana. Nello stesso anno inizia a frequentare la Scuola di Piazza del Popolo con Tano Festa, Mario Schifano e Franco Angeli.
Viene invitata alla XXVIII Biennale di Venezia, dove conosce Cy Twombly e Emilio Vedova. Frequenta l’ambiente artistico legato alla Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis a Roma. Trascorre un periodo a Parigi tra il 1958 e il 1962. In una personale nel 1961 alla Tartaruga con Umberto Bignardi inizia ad esporre tele realizzate con colori industriali, alluminio e oro, recanti segni, scritte, simboli, sovrapposti e cancellati. Frequenta il gruppo del Verri e il Gruppo 63.
Dal 1963 lavora con fotografie proiettate sulla tela. Nel 1967 alla Galleria del Naviglio di Milano espone una serie di lavori con volti e figure femminili su fondo bianco.
Dal 1969 si avvicina al mondo della fiaba e della leggenda: tele, scatole e teatrini aprono al mondo della memoria personale e collettiva. Partecipa alla Quadriennale di Roma del 1973. Appartengono agli anni ‘80 le collaborazioni con scrittori e poeti. Alla Biennale di Venezia del 1993 è presente con una sala personale e nello stesso anno inizia a lavorare con la ceramica.
La storia delle opere di Giosetta Fioroni si fa storia di mondi, di popoli e di civiltà. Giosetta, il cui lavoro viene comunemente collocato all’interno della Pop Art italiana, a differenza di Andy Warhol mette a confronto due mondi, la società dei costumi e la fiaba, l’industria culturale e il mondo dei folletti della terra e i giochi dell’infanzia. Ciò che per Warhol è il vero, per Giosetta è una rappresentazione, uno spettacolo con cui stringere un rapporto affettuoso.