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Gli artisti

Antonio Corpora

Antonio Corpora è nato a Tunisi da genitori italiani nel 1909. Nel 1928 entra all’“Ecole des Beaux Arts” di Tunisi. Il giovane artista guarda soprattutto a Picasso, Matisse, Chagall, Braque, Modigliani: insegnamenti diversi che egli armonizza col suo originale talento coloristico. Arriva a Firenze nel 1929 senza diventare amico di nessun pittore ma frequenta il gruppo degli scrittori raccolti attorno alla rivista Solatia, l’unica in quei tempi di apertura europea, tra i quali Elio Vittorini e Giansiro Ferrara. Nel 1930 tiene una mostra a Palazzo Bardi. Nel 1931 è a Parigi, dove frequenta, tra gli altri, Kurt Seligman, Giacometti, Antonio Amante, Tullio Garbari, Okamoto e conosce Gualtieri di San Lazzaro, allora direttore di «Croniques du Jour», e Sergio Signori, cui da allora rimane legato da fervida amicizia.

Nel 1952, anno in cui aderisce al Gruppo degli Otto insieme ad Afro, Birolli, Mattia Moreni, Morlotti, Santomaso, Turcato e Vedova, è presente alla biennale di Venezia dove gli viene assegnato il premio della Giovane Pittura Italiana, il “Premio Parigi”. Christian Zervos scrive il testo di una monografia su Corpora edita da Cahiers d’Art, che viene presentata in occasione della sua personale a Parigi nel 1957. Si susseguono moltissime personali nei musei di tutto il mondo e nelle gallerie private. Il 16 Dicembre 2003 riceve il Premio Presidente della Repubblica ed è nominato Accademico di San Luca.

Corpora un grande pittore sempre controcorrente, sempre capace di rinnovarsi, un pittore giovane che non si è mai soffermato in moduli prestabiliti, stimato internazionalmente da critici di fama mondiale. Corpora muore a Roma il 6 settembre 2004.

Bruno Donzelli

Bruno Donzelli nasce a Napoli nel 1941. Sin da giovanissimo si distingue nella scena artistica italiana, tenendo mostre personali in importanti gallerie e ricevendo numerosi premi. Verso la fine degli anni ‘60, la sua attenzione si sposta verso la “sfera del fantastico”: le sue opere sono caratterizzate da una sorta di dinamismo espressionistico e da una leggera ironia. A partire dai primi anni ‘70, l’artista pone l’attenzione alla rilettura delle immagini attinte dal repertorio delle avanguardie del nostro secolo. Egli, che non sopporta di dover osservare le opere che ama a debita distanza, le “ruba”, salvandole dalla muffa del museo e riproponendocele sotto una nuova e coloratissima luce.

Negli anni successivi, espone in numerose ed importanti città italiane ed europee tra cui Firenze, Milano, Roma, Genova, Venezia, Torino, Parigi, Ginevra, Dusseldorf, Nizza, Colonia, Basilea. Nel 2008 vengono organizzate alcune sue personali oltreoceano a Miami, New York e Shangai. Bruno Donzelli durante il suo intero percorso artistico è stato capace di sviluppare un linguaggio personale e riconoscibilissimo, senza mai appiattire tutte le sfumature della sua arte. Il suo stile è ironico e dissacrante, i colori delle sue opere sono brillanti e vividissimi.

Viene considerato uno dei principali interpreti di un nuovo e fortunato linguaggio espressivo, che ha rivitalizzato la Pop Art, contaminandola con le espressioni cromatiche e le forme decorative tipiche dell’età contemporanea.

Franz Borghese

Franz Borghese nasce a Roma nel 1941. Compie i suoi studi presso l’Accademia di Belle Arti e il Liceo Artistico di Roma con Purificato, Capogrossi, Turcato. Nel 1964 fonda la rivista d’arte e cultura “Il ferro di cavallo”. Dalla metà degli anni Sessanta con la sua attività si dimostra lucido e ironico narratore delle consuetudini e delle alienazioni della borghesia cittadina, che fissa in stereotipi grotteschi, apparentemente aderenti all’Espressionismo ideologico dei tedeschi George Grosz e Otto Dix. In realtà questi stereotipi sono immersi in una vivace e ambigua vena fantastico-favolistica. Nel 1968 tiene la sua prima personale a Roma.

Molteplici le tecniche utilizzate dall’artista: dall’olio alla tempera, dalla china all’acquerello, dall’incisone alla scultura. Nel 2005 tiene un’importante antologica a Roma nelle sale di Palazzo Venezia. Muore nello stesso anno a Roma.

Luca Alinari

Luca Alinari nasce a Firenze nel 1943. Autodidatta, esordisce nel 1968 con la sua prima esposizione personale presso la Galleria Inquadrature di Firenze. Durante gli anni settanta avvia una serrata ricerca sul libero accostamento di oggetti e figure all’interno di atmosfere fantastiche e sospese, sulla suggestione delle ricerche Neodada e della Pop Art. In questi anni sperimenta diverse tecniche pittoriche, nelle quali coniuga colori fluorescenti, decalcomania, collage, trasposizioni fotografiche. Tra il 1972 e il 1973 espone nelle principali gallerie private di Firenze, presentato dal poeta e amico Alfonso Gatto.

Nel corso degli anni ottanta ottiene i primi riconoscimenti ufficiali con la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1982 e alla X° e XI° Quadriennale di Roma. Nel 1990 ha l’onore di dipingere il “Cencio” per il Palio di Siena, il drappo che viene assegnato al vincitore. Si afferma sulla scena artistica nazionale nel 1993, in occasione della mostra antologica allestita presso Palazzo Reale di Milano dove presenta un importante nucleo di opere che ripercorre il suo intero percorso artistico. Concludono questa rassegna i paesaggi fantastici della maturità, caratterizzati da una cromia vivace e brillante e da una tecnica pittorica di grande originalità che combina stesure materiche a raffinate campiture di colore levigato e trasparente. A Firenze nel Corridoio Vasariano degli Uffizi, dal 1999 è esposto, acquistato dal Museo stesso, il suo Autoritratto.

Nel 2009 espone una personale di 45 opere al Beijin Today Art Museum di Pechino, al Centro per l’Arte Contemporanea SunShine di Shanghai ed al Museo di Arte Contemporanea di Kun Shan, città satellite di Shanghai. Nel 2011 a Città di Castello espone una personale intitolata “Gelo”. Il nome trova ispirazione da una citazione dello scrittore Franz Kafka che Alinari parafrasa così: “Un quadro è un’ascia per spaccare il gelo che è dentro di noi”. Sempre nel 2011 presso il Palazzo Medici del Vascello di Asti viene ospitata una importante personale dell’artista nella quale presenta le sue nuove espressività figurali con le “regine dei sogni”, creature feeriche che emergono dai paesaggi incantati.

Si spegne dopo una lunga la malattia nel marzo 2019.

Marco Lodola

Marco Lodola nasce nel 1955 in provincia di Pavia. È tra i fondatori del gruppo “Nuovo Futurismo”, insieme a Dario Brevi. Promosso dalle teorie del critico Renato Barilli, il movimento vuole riproporre l’esaltazione della modernità ispirandosi all’avanguardia storica. Gli incarichi che Lodola riceve provengono da settori estremamente eterogenei: dalle industrie alle istituzioni pubbliche, dal mondo culturale a quello pubblicitario.

Collabora tra gli altri con Carlsberg, Coca Cola, Coveri, Dash, Ducati, Fabbri, Illy, Swatch e Seat. Nell’ambito teatrale collabora con l’Opera Lirica Tosca di Puccini e con il Teatro Massimo di Palermo realizzando opere in perpex e neon dal vivace cromatismo. Realizza diversi loghi e immagini per importanti istituzioni come le Olimpiadi Invernali di Torino, il Giro d’Italia, Arci, il Roxy Bar di Red Ronnie, la Fiat Avio, la Juventus e Air One. Coloratissimi e suggestivi sono gli allestimenti di facciate in cui Lodola si cimenta con successo come per esempio gli interventi su Ca’ d’Oro a Venezia durante la Biennale del 2011.

Note sono anche le sue collaborazioni musicali con Max Pezzali, i Timoria, Omar Pedrini, Jovanotti e altri. Un ulteriore esempio della sua poliedricità si manifesta nella creazione di scenografie per settori eterogenei da quella per la sfilata di Vivienne Westwood nel 2011 durante la settimana della moda milanese a scenografie cinematografiche e televisive.

Marino Iotti

Marino Iotti nasce a Reggio Emilia nel 1954 e ancora giovanissimo dà inizio a un percorso pittorico che arriverà ad interessare autori come Achille Bonito Oliva, Claudio Cerritelli, Francesca Baboni, Giuseppe Berti, Marinella Paderni, Massimo Mussini e Sandro Parmiggiani. Nel 1978 inizia la sua attività espositiva a Scandiano (RE) con “Studio aperto”, uno studio/galleria che voleva essere punto di incontro e confronto tra gli artisti. Anche se sempre più affascinato dalla pittura aniconica, Iotti dedica una parte dei primi anni Ottanta allo studio della pittura italiana classica del Novecento per poi gradualmente spostarsi ad un linguaggio dapprima simbolico per passare poi ad una pittura astratto/informale.

Nell’ultimo decennio inizia la collaborazione con la Saletta Galaverni di Reggio Emilia, dove presenta due personali nel 2004 e nel 2009, e con la Galleria Nickel di Seebruck in Germania, dove espone nel 2002 e nel 2004 più altre mostre collettive. Nel corso degli anni gli sono state dedicate molte mostre personali e come artista ha tenuto numerosi laboratori con bambini di scuole materne comunali della provincia di Reggio Emilia, e con persone affette da disagio mentale. Esperienze stimolanti sia dal punto di vista sociale che da quello creativo.

Meloniski da Villacidro

Meloniski è nato a Villacidro (CA) nel 1943. Completamente autodidatta nel 1969 si trasferisce a Parigi e poi a Milano. Viaggia in tutta Europa e visita i Musei più importanti per studiare i classici del passato e gli avanguardisti contemporanei. Nel 1984 viene allestita una Mostra Antologica al castello Sforzesco di Milano. Nel 1997 il Museo delle Arti Palazzo Bandiera di Busto Arsizio gli dedica una grande esposizione con la presentazione di oltre ottanta opere inedite, tra dipinti e sculture.

Attualmente vive e lavora nel Lodigiano. Si dedica prevalentemente alla pittura, alla scultura in marmo, bronzo e legno alla ceramica.

Mark Kostabi

Mark Kostabi, pittore, scrittore, compositore, pianista e produttore nasce a Los Angeles nel 1960, da immigrati estoni. Cresciuto a Whittier in California, compie i suoi studi di disegno e pittura alla California State University di Fullerton. Nel 1982 si trasferisce a New York e due anni dopo è già una figura importante dell’East Village Art Movement che inventa le auto-interviste per affrontare argomenti difficili quali la mercificazione dell’arte contemporanea. Formatosi, Kostabi inizia a dipingere avendo come pittore di riferimento Duchamp. Dopo aver studiato la pittura europea a cui fa riferimento nelle sue opere, fa suo il concetto delle botteghe del Rinascimento, in cui gli artisti, assistenti ed allievi collaborano alla realizzazione di un’opera.

Nel 1988 fonda “Kostabi World”, la sua “bottega rinascimentale” che accende la fantasia dei media per l’impiego profuso di assistenti pittori e creativi. Mark Kostabi ha al suo attivo più di 160 mostre personali allestite in tutto il mondo e le sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti del Museum of Modern Art, Metropolitan Museum, Brooklin Museum, Corcoran Gallery of Art e al museo di Groningen in Olanda. Nel 1988 l’artista ha dipinto un affresco all’interno del Palazzo dei Priori di Arezzo e ha completato la scultura “To See Through is Not to See Into” per la città di San Benedetto del Tronto.

Secondo la sua filosofia sulla personalità di un vero artista, nel corso della sua attività non si è limitato a quadri o affreschi, ma ha disegnato anche copertine di dischi, orologi per la Swatch, accessori per computer e pubblicato diversi libri e prodotto un suo show televisivo. Mark Kostabi dipinge figure senza volto, senza tempo, che possono essere tutti noi e nessuno di noi, esprimono la paura dell’uomo nella società, ma anche una lingua universale. l’obiettivo che persegue l’artista è sempre stato quello di creare un’arte interessante e per lo più accessibile a tutti.

Nei suoi dipinti sono presenti delle vere e proprie costanti, come la citazione di altre opere e la raffigurazione di soggetti senza volto che richiamano le figure dei manichini di De Chirico. Anche la musica di Kostabi, eseguita dal compositore stesso, gira l’America, il Giappone, l’Italia e l’Estonia, riproposta da orchestre e solisti di primo piano riscuotendo grandi successi. Di lui si è parlato in diversi programmi televisivi e testate giornalistiche internazionali.

Piero Gilardi

Piero Gilardi è nato a Torino nel 1942. Nel 1963 debuttò con un’esposizione neodadaista di Macchine per il futuro presso la Galleria L’Immagine di Torino. Ottenne grande fama con i suoi Tappeti Natura nel 1965: si tratta di opere realizzate in poliuretano che riproducono in modo estremamente realistico, frammenti di ambiente naturale, a scopo ludico, ma anche di denuncia verso uno stile di vita che, col passare del tempo, diventa sempre più artificiale. Tali Tappeti vennero esposti ad Amburgo, Amsterdam, Bruxelles, Colonia, Milano, New York e Parigi.

A partire dal 1968 Gilardi interrompe la produzione di opere per partecipare all’elaborazione teorica delle nuove tendenze artistiche: Arte Povera, Land Art e Antiform Art. Partecipa negli anni 1969 come collaboratore alla realizzazione delle prime due rassegne internazionali delle nuove tendenze internazionali Op Losses Schroeven allo Stedelijk Museum di Amsterdam e When Attitudes Become Form alla Kunsthalle di Berna. Dal 1968 e per tutti gli anni’70 alla sua attività artistica si affianca la militanza politica in formazioni della cosiddetta Nuova Sinistra (sinistra extraparlamentare o estrema sinistra). Vive esperienze creative in Italia, in Nicaragua, in vari Paesi dell’Africa e nei territori dei nativi americani negli USA. Fece ritorno alla piena produzione artistica dal 1981, raccontando il proprio percorso artistico-ideologico in un testo intitolato Dall’arte alla vita, dalla vita all’arte, pubblicato nel 1981. Seguirà nel 2000, Not for sale, Mazzotta editore.

A partire dal 1985 inizia una ricerca artistica con le nuove tecnologie attraverso l’elaborazione del Progetto “Ixiana” che, presentato al Parc de la Villette di Parigi, prefigura un parco tecnologico nel quale il grande pubblico poteva sperimentare in senso artistico le tecnologie digitali. Nel corso degli ultimi anni ha sviluppato una serie di installazioni interattive multimediali con una intensa attività internazionale. La maggior parte dei recenti lavori di Piero Gilardi è accomunata dall’interazione tra opera e spettatore. Tra le diverse creazioni, si ricordano l’installazione Pulsazioni, nella quale il battito cardiaco dell’osservatore dell’opera, registrato mediante un sensore, determina cambiamenti dell’insieme; Absolut, foresta di materiali sintetici, traslucidi e freddi, Shared emotion, che coinvolge due persone in una esibizione interattiva informatica, riferendosi alle nuove modalità di approccio e di scambio nella società virtuale e globalizzata. Lavora al progetto del Parco Arte Vivente della Città di Torino dal 2002, di cui è stato presidente.

Pino Procopio

Pino Procopio (Giuseppe Antonio Procopio) è nato a Guardavalle (CZ) nel 1954, ed è un pittore, scultore e illustratore italiano esponente del figurativismo. Si laurea nel 1982 in architettura all’Università La Sapienza di Roma. Nel 1980, il centro d’arte “La Bitta” espone la sua prima personale. Dopo due anni trascorsi a Verona, nel 1985 si stabilisce a Giulianova, in Abruzzo.

Nel 2001, la “Fondazione Italiana Stauròs Onlus” lo invita ad esporre nel Museo Staurós di arte sacra contemporanea a San Gabriele. L’opera “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” è oggi pezzo permanente della collezione del museo. L’anno successivo, nel 2002, realizza il dipinto per il manifesto della “Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore”, patrocinata dall’UNESCO. I Monopoli di Stato gli commissionano, nel 2003, la realizzazione del dipinto da apporre sul biglietto della Lotteria Europea e nel 2004 gli viene commissionato di realizzare il dipinto che verrà apposto sul biglietto della Lotteria Italia. Nel 2005 il Ministero delle Comunicazioni promuove a Roma una sua mostra che racconta l’evoluzione del servizio postale italiano in 100 anni di storia. Nel 2007 il Comitato di Pescara della “Società Dante Alighieri” gli conferisce il premio “Dante Alighieri 2007” nella sezione Arte. L’anno dopo, nel 2008, a Roma, il Museo Boncompagni-Ludovisi della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea allestisce “Ulisse, scene di un viaggio”, una mostra a lui dedicata.

Ugo Nespolo

Ugo Nespolo è nato a Mosso nel 1941 ed è un pittore e pubblicitario italiano. Dopo il diploma, all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, si è laureato in Lettere moderne, per poi esordire nel panorama artistico italiano negli anni ‘60, proponendo una particolare forma di contaminazione tra Pop Art, arte concettuale e arte povera. Gli anni ‘80 si concretizzarono in un “periodo americano”, coi i suoi quadri che rappresentavano oggetti e luoghi comuni delle città statunitensi. Collaborò con la Rai, per la quale realizza videosigle e con agenzie pubblicitarie. Nel decennio seguente ha affiancato alle sue numerose attività l’impegno nel teatro, realizzando scene e costumi per L’elisir d’amore di Donizetti al Teatro dell’Opera di Roma, all’Opera di Parigi, a Losanna, Liegi e Metz.

Nel 1991 e nel 2009 Nespolo ha realizzato il palio della Giostra della Quintana di Foligno, nel 1998 quello per l’edizione di agosto del Torneo cavalleresco della Quintana di Ascoli Piceno, nel 2000 i due sendalli per il Palio di Asti e nel il drappellone del Palio di Siena. Il passaggio di secolo ha segnato per l’artista una tappa fondamentale, con la realizzazione del suo atelier, realizzato in prima persona all’interno di una fabbrica abbandonata a Torino che, come uno scrigno prezioso, avvolge e contiene le sue creazioni, i suoi “giochi tecnologici”, i suoi affetti più cari. Nel 2003 gli organizzatori del Giro d’Italia gli affidano la creazione della maglia rosa e del poster ufficiale e nel 2005 a Torino ha creato per GTT delle opere tematiche nelle stazioni della Metropolitana e per l’esterno del centro commerciale di via Livorno. Nel 2007 firmò scene e costumi per l’opera Madama Butterfly che inaugurò la 53ª stagione del Festival Puccini di Torre del Lago. L’anno successivo ha curato “Nespolo legge Dante”, un trittico a tiratura limitata commissionatogli dalla De Agostini di Novara per la lettura della Divina Commedia attraverso l’arte figurativa. Seguono la mostra personale realizzata a New York dalla Walter Wickiser Gallery e l’antologica al Museo del Cinema. Partecipò inoltre alla mostra “Italics: Arte Italiana tra tradizione e rivoluzione, 1968-2008” con due opere, su invito della Direzione di palazzo Grassi a Venezia. Nel 2009 presso il Museo del Territorio Biellese venne allestita la mostra antologica “Nespolo, ritorno a casa” alla quale seguono altre retrospettive: alla Galleria Canci di Lerici, al Museo Nazionale del Bargello di Firenze, a Palazzo Trinci a Foligno, al Museo d’Arte Contemporanea Casa del Console di Calice Ligure, alla Galleria dell’Accademia Albertina di Torino, al Museo Camparidi Sesto San Giovanni e in numerose altre gallerie pubbliche e private. Nel 2010 è divenuto socio onorario del movimento artistico letterario Immagine & Poesia di Torino.

Nel marzo 2012 riceve la cittadinanza onoraria della città di Santhià, nella quale ha trascorso la fanciullezza e l’adolescenza e dove ha compiuto i primi esperimenti pittorici. Numerose sono le collaborazioni per la creazione di campagne pubblicitarie come Campari, Piaggio e Caffarel. Nel 2016 ha aderito al Manifesto “Corporate Art” di Luca Desiata insieme ad Alexander Ponomarev, Fernando De Filippi e altri artisti. Nel 2019 gli viene conferita Laurea Honoris Causa in Filosofia dall’università degli studi di Torino.

Antonio Pasciuti

Antonio Pasciuti

Antonio Pasciuti nasce a Lacedonia (Avellino).
Per esigenze di servizio del padre, insegnante, si trasferisce a Santeramo in Colle (Bari) sin dalla prima infanzia.

Iscrittosi all’Università di Bari, alla facoltà di Economia e Commercio, si laurea in Lingue Estere. Dopo alcuni anni di insegnamento, lascia la scuola per dedicarsi esclusivamente alla pittura, seguendo così una vocazione nota in lui sin dagli anni d’infanzia.

Partecipa attivamente con mostre e concorsi, alla vita artistica nazionale ed internazionale. Viene conosciuto come “Il Pittore delle Murge”.

Dopo aver dedicato quasi tutta la sua vita al paesaggio della sua terra adottiva, la Murgia, ed allo studio del colore, fin dai primi anni duemila le sue opere sempre più tendono all’informale e all’astratto. Alcuni suoi simboli caratteristici del periodo figurativo in maniera inconscia sembrano ripresentarsi, rivisitati, quasi accennati, nella produzione artistica informale dei suoi ultimi anni.

Ad ogni modo, la sua resta una pittura molto personale e pervasa da un profondo amore soprattutto per il colore.

L’artista muore il 4 marzo 2021.

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